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Brutalismo: la bellezza cruda dell’architettura che divide

  • Immagine del redattore: Diego Lo Monaco
    Diego Lo Monaco
  • 20 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

Il brutalismo è uno degli stili architettonici più discussi e polarizzanti del Novecento. Nato negli anni ’50, ha segnato profondamente l’urbanistica e il design con il suo linguaggio radicale fatto di volumi massicci, cemento a vista e una estetica che molti definiscono “dura” ma che, per altri, rappresenta la massima espressione di sincerità architettonica.

Origini e filosofia

Il termine brutalismo deriva dal francese béton brut (“cemento grezzo”), usato da Le Corbusier per descrivere l’aspetto dei suoi edifici in calcestruzzo armato lasciato a vista. Lo stile si afferma soprattutto nel dopoguerra, in un contesto di ricostruzione, quando c’era bisogno di soluzioni economiche, rapide e funzionali per ospedali, scuole, complessi residenziali e sedi pubbliche.

Architetti come Alison e Peter Smithson, Paul Rudolph e lo stesso Le Corbusier hanno tracciato le linee guida di questo linguaggio architettonico.

Caratteristiche principali

  1. Cemento a vistaIl materiale protagonista è il calcestruzzo grezzo, esibito senza rivestimenti, con le imperfezioni lasciate come parte integrante del design.

  2. Volumi monumentaliBlocchi massicci, strutture geometriche imponenti, scale e rampe teatrali. Gli edifici brutalisti sembrano scolpiti più che costruiti.

  3. Funzionalità espressa nella formaOgni elemento è progettato con uno scopo pratico e reso visibile, senza decorazioni o ornamenti superflui.

  4. Spazi collettiviMolti progetti nascono per creare luoghi di incontro e comunità: università, biblioteche, complessi residenziali.

  5. Estetica cruda e onestaNessun tentativo di “nascondere” i materiali o rendere morbide le forme: il brutale è dichiarato, quasi una forma di verità architettonica.

Brutalismo negli interni

Oggi il brutalismo è tornato in auge anche nell’interior design contemporaneo, reinterpretato in chiave più calda e accogliente:

  • Pareti in cemento grezzo abbinate a legni naturali o metalli scuri.

  • Arredi minimalisti con forme scultoree e materiali solidi.

  • Palette neutre: grigi, neri, marroni profondi, con tocchi di colori terrosi.

  • Spazi aperti e ariosi, con pochi elementi ma di forte presenza.

Perché affascina ancora

Nonostante le critiche che lo hanno spesso definito “freddo” o “opprimente”, il brutalismo oggi viene riscoperto come uno stile di carattere, sincero e senza compromessi. Nei contesti urbani, molti edifici brutalisti sono diventati icone culturali e il loro linguaggio, reinterpretato negli interni, regala ambienti forti, scultorei e senza tempo.


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